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Don Enrico Videsott:
Per Maria Santissima
il Signore ti benedica,
lo Spirito Santo ti illumini e
ti fortifichi.

Siur Heinrich Videsott
Per informazioni contattare il numero 371 1232254
Santa Messa
Domenica 22 Settembre 2024

Santa Messa festiva annuale in ricordo del nostro caro servo di Dio don Enrico Videsottnella chiesa parrocchiale di La Valle, domenica, 22 settembre... Leggi tutto...
Testimonianze 1. parte
Era nel dicembre 1995 quando andai all’ospedale di Bressanone per una normale visita preventiva all’utero, il cosiddetto pap-test. Dopo una settimana mi chiamarono dall’ospedale dicendomi di rivolgermi urgentemente al primario del reparto di ginecologia, il quale mi disse che il pap-test era risultato positivo e che dovevo presentarmi da lui il giorno dopo. Ero molto spaventata.
Il giorno dopo andai all’ospedale e mi fecero fare molte visite. A mezzogiorno venne il primario e mi disse che dovevo essere operata d’urgenza per un probabile tumore all’utero, ma che c’era anche un altro problema. Ero incinta al secondo mese e non potevano operarmi. Mi preso un colpo in quanto non sapevo di essere incinta. Andai a casa piangendo.
Dovevo aspettare sette mesi e far nascere il bambino prima di poter essere operata. Avevo tanta paura che potesse essere troppo tardi.
Ho pregato giorno e notte. Passati i sette mesi nacque il bambino, ma non potevano ancora operarmi e dovevo aspettare altri tre mesi.
Passati tre mesi mi fissarono l’appuntamento per l’operazione per il mese di ottobre 1996.
Stavo molto male, avevo paura, non riuscivo a dormire e pensavo a chi poter affidare il bambino e gli altri due figli, uno di 6 e l’altra di 8 anni.
Mia sorella Rita, in quel periodo maestra d’asilo a La Valle, a settembre mi telefonò e mi disse di andare a La Valle, perché aveva fissato per me un appuntamento da don Enrico Videsott. Io presi il bambino che aveva due mesi e andai da lui. La perpetua mi disse di andare nel salotto dove don Videsott mi stava aspettando. Mi fece appoggiare il bambino sul tavolo sopra un cuscino e mi chiese il motivo della mia visita. Io scoppiai a piangere e lui mi prese la mano e mi guardò con un’espressione negli occhi che non dimenticherò mai. Gli raccontai il mio problema e che dovevo essere operata urgentemente all’utero. Gli disse che avevo tanta paura di morire e di dover lasciare i miei tre figli senza la mamma, avendo anche io perso la mamma molto presto proprio a causa di un cancro all’utero. Don Enrico mi guardò e mi disse: “Quando sarai morta potrai aiutare molto i tuoi figli, però a causa di questo problema ora non morirai!”
Allora ci diede la benedizione, prima a me e poi al bambino. Andai a casa molto serena e dopo un mese mi operarono. Tutto andò bene, il primario mi disse che non era stato necessario togliere tutto l’utero, ma solo una piccola parte e di fare ogni mese una visita. Dopo la prima visita il primario mi disse che non era più necessario fare altre visite, perché era tutto a posto.
Ora il bambino ha 19 anni e sono fermamente convinta del miracolo della benedizione di don Enrico Videsott.
A.V. - Longiaru


Desidero portarvi a conoscenza di un paio di "episodi" particolari che ho avuto con Don Enrico.
Nell'anno 1992 o 1993, non ricordo con precisione, il giorno di Pasqua mi recai assieme alla mia famiglia presso il Santuario di Monte Berico, in provincia di Vicenza. Lì mi confessai ma uscii dal confessionale delusa e direi con un sentimento di disgusto.
Alcuni mesi dopo mi recai da Don Enrico, mi confessai e dopo l'assoluzione, senza che io abbia parlato di Monte Berico e della confessione, guardandomi con infinita dolcezza mi disse: "Questa è una confessione! Non quella fatta a Monte Berico!". Rimasi ammutolita. Come poteva saperlo?.
In occasione di un'altra visita a Don Enrico, nel tragitto di andata, confidai alla mia amica che mi accompagnava che mi sarebbe piaciuto avere una fotografia assieme a Don Enrico ma non osavo chiedergliela. Nel momento dei saluti, Don Enrico mi disse: "Aspetta, fermati che facciamo una foto assieme". Né io né tantomeno chi era con me aveva fatto alcun riferimento alla fotografia.
P.B.B. - Gardolo -TN-



Nostro figlio è nato con una palatoschisi, è stato operato però aveva frequenti otiti causate da questa malformazione patologica. Verso i nove anni nel 1994 ebbe un forte calo dell'udito ed anche il medico era preoccupato. Con molto fiducia andammo con tutta la famiglia da don Videsott. Ci benedisse tutti, ma al bambino diede una benedizione speciale, rassicurandoci la sua preghiera e che tutto si sarebbe risolto bene. Ci consigliò pure di portarlo dal medico omeopata, dal quale avevamo un appuntamento. Questo però, ascoltando il problema, ci diede solo il nome e il numero di telefono di uno specialista. Ci disse che era quasi impossibile avere una visita non essendo nostro figlio suo paziente. Tentai la telefonata e lo specialista era già al corrente di tutto. Davvero inspiegabile! Incominciò subito la terapia giusta. Anni dopo mio figlio dovette subire tre interventi delicatissimi e rischiosi ma con l'intercessione di don Enrico tutto andò bene e l'udito si è stabilizzato.
Ancora nel 1994 poco dopo la visita a don Enrico mi accorsi di essere di nuovo incinta. Data la mia età, era una gravidanza a rischio. Gli telefonai e lui mi diede la benedizione al telefono, rassicurandomi. Tutto proseguì bene con la nascita di una bambina per la gioia di tutta la famiglia.
Un'altra volta che eravamo da don Enrico ci sorprese, ad un certo punto si diresse verso il telefono ancora prima che squillasse.
Ancora oggi confidiamo nella sua intercessione e ogni volta che i figli sono fuori casa prego che lui li accompagni e sia il loro angelo custode. Già più volte abbiamo sentito la sua mano protettrice. Anche i figli si rivolgono con fiducia a lui!
A.C.


Vorrei raccontare un’esperienza, per la quale attribuisco l’esito positivo all’aiuto di don Enrico.
Devo prima precisare che mi rivolgo a lui nelle mie preghiere tutti i giorni affidandogli la mia famiglia.
Qualche settimana fa, mia figlia accese prima di mezzogiorno il fornello a gas mettendo a riscaldare il pranzo. Poco dopo uscì di casa per qualche ora, dimenticando di spegnerlo. Quando ritornò a casa verso le ore 16, sentì subito l’odore di bruciato per tutta la casa. Corse in cucina e vide la pentola completamente bruciata con il contenuto carbonizzato. Subito volle chiudere la manopola del gas, però vide subito con grande meraviglia, che era già stato spento. Controllò bene: la bombola del gas non era vuota, non mancava il gas, però la manopola era chiusa. Con sensi di colpa chiamò suo marito che era al lavoro, però lui rispose che non era ritornato a casa durante la giornata. Nessun altro poteva essere entrato. Il figlio era a scuola a Silandro. Il gas non era stato spento parecchie ore fa, perché la pentola era ancora bollente quando la portò fuori e la appoggiò nella neve.
Questo fatto ci ha fatto riflettere. Io sono convinta, che don Enrico ci ha aiutato, perché lo prego tutti i giorni con grande fiducia per tutta la mia famiglia.
Un caro saluto da San Candido A.R.
 
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